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BMW Creative Lab – Attila Veress è il vincitore della prima edizione del progetto ideato da BMW Italia e da BMW DesignworksUSA studio di Monaco
Thu Jun 13 14:35:00 CEST 2013 Comunicati Stampa
Con il progetto “2.0” ha interpretato il concept del concorso “cibo in movimento”, progettando una soluzione in linea con i valori sia di BMW sia della Fratelli Guzzini, partner dell’iniziativa
Contatto stampa.
Roberto Olivi
BMW Group
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Autore.
Roberto Olivi
BMW Group
Attila Veress, studente ungherese proveniente dall’Istituto Europeo
di Design è il vincitore del BMW Creative Lab 2013, designato da una
giuria tecnica composta da Sonja Schiefer, Direttore di BMW
DesignworksUSA, studio di Monaco, Domenico Guzzini, Presidente della
Fratelli Guzzini, Aldo Colonetti, Direttore dell’Istituto Europeo di
Design, Alberto Capatti, fondatore dell’Università di Pollenzo e
storico dell’alimentazione e Roberto Olivi, Corporate Communication
Manager di BMW Italia. Lo studente vincitore avrà l’opportunità di
assicurarsi un periodo formativo di 12 mesi complessivi nelle due
aziende partner (6 mesi + 6 mesi).
Il progetto “2.0”, ideato da Attila Veress, interpreta la
tradizione della “schiscetta” ovvero il contenitore per mangiare sul
luogo di lavoro proponendo un sistema variabile, sicuro, facilmente
trasportabile, rispettando anche “l’arte della tavola”, ciascuno con
la propria estetica, coerente e di forte impatto comunicativo.
BMW Creative Lab, nato per volontà di BMW Italia e BMW
DesignworksUSA studio di Monaco, è un’iniziativa pensata per
identificare giovani talenti internazionali, che studiano e operano in
Italia, e aiutarli ad acquisire il know-how dell’industria, un
ingrediente fondamentale oggi quando ci si affaccia sul mondo del lavoro.
“Essendo un’azienda di consulenza creativa affiliata al BMW
Group – ha dichiarato Sonja Schiefer, Direttore di BMW DesignworksUSA,
studio di Monaco – siamo costantemente orientati alla ricerca
dell’innovazione e dell’ispirazione. I nostri valori più importanti,
infatti, sono la creatività e il talento. Nel suo periodo di
formazione, il vincitore, diventerà parte del nostro team e potrà
lavorare con i nostri designer e consulenti provenienti da differenti
discipline. Potrà apprendere come DesignworksUSA crei progetti
orientati al futuro, attraverso il trasferimento di idee e conoscenze
da un settore industriale all’altro”.
BMW Creative Lab vuole, inoltre, accrescere la conoscenza dei
cambiamenti che il design e i designer devono affrontare senza mai
trascurare l’importanza della sostenibilità nella realizzazione dei
prodotti moderni. Ogni anno il progetto verrà realizzato in
partnership con un’azienda italiana che rappresenta un’eccellenza nel
mondo in tema di design.
Il tema di progetto di BMW Creative Lab 2013 era collocato al
vertice di due grandi filoni (mainstream) del design: car design da un
lato, food design dall’altro. A rappresentare la grande tradizione del
cibo e del design che intorno a esso ruota è stata la Fratelli
Guzzini, un partner d’eccezione che da sempre incarna il meglio della
creatività italiana.
“Per prima cosa mi sento di ringraziare tutti i ragazzi che
hanno partecipato perché hanno dimostrato grande creatività,
profondità d’analisi e capacità realizzative da veri professionisti e
proprio per questi motivi la scelta del vincitore è stata davvero
ardua” ha commentato Domenico Guzzini, presidente della Fratelli
Guzzini. “La nostra azienda, da sempre attenta e sensibile alla
ricerca di nuove espressioni stilistiche, in questa occasione ha avuto
la possibilità di entrare in contatto con giovani vene interpretative
che hanno elaborato progetti molto validi che non escludo possano
essere immessi sul mercato. Considero poi la scelta di premiare,
attraverso stage di formazione professionale, un bel segnale per
dimostrare che le aziende vogliono contribuire al percorso lavorativo
dei giovani, che in questo momento hanno più bisogno che mai di
sentirsi supportati”.
Per l’edizione 2012-2013 erano stati selezionati, su
segnalazione delle Università e con il vaglio di esperti e delle due
aziende, sei progettisti/designer scelti tra gli studenti laureati o
laureandi presso lo IED (Istituto Europeo di Design) e il Politecnico
di Milano: Giovanni Bartolozzi, Michela Voglino, Attila Veress,
Federico Maria Elli, Francesca Terzi e Marcela Neves Schmidt.
Quest’ultima, per ragioni personali ha abbandonato il progetto per
tornare in Brasile ad affrontare nuove sfide professionali.
Scenario del progetto 2013
Stiamo assistendo in
questi anni a un fenomeno molto interessante e innovativo, che mette
insieme la ritualità del cibo e la sua capacità di aggregare, con la
voglia che molti hanno di confrontarsi con la preparazione di cibi
sofisticati. Nelle grandi città, la recente tradizione di cenare con
amici al ristorante sta perdendo un po’ di spazio, sia per un problema
di costi sia perché sta calando la febbre di esserci, ostentare e
apparire. Si apprezza maggiormente la cena a casa di amici, in cui è
possibile avere più concentrazione sull’altro e parlare di cose meno
superficiali in ambiente molto più intimo e rilassante.
D’altro canto, si registra un aumento esponenziale dei corsi di
cucina professionali e semi-professionali frequentati da privati
piuttosto che da professionisti. Non stiamo parlando di corsi di
cucina di base, ma di tecniche sofisticate. Viene spontaneo associare
i due dati e concluderne che stiamo assistendo a un fenomeno di nuova
socialità tra le mura di casa a cui, e questa è la novità, si
partecipa preparando del cibo a casa propria. La cena dunque risulta
dalla composizione dei contributi dei singoli in cui ciascuno mette il
proprio talento, le abilità specifiche, la cultura del luogo a
disposizione del gruppo.
Briefing
Preparare un cibo sofisticato a casa,
un piatto che contenga una storia da raccontare, un sentimento e
capacità tecnica. Consumarlo insieme ad altri, in un privato
allargato, mettendo il cibo al centro delle buone ragioni per ritrovarsi.
Trasportarlo altrove: tra la preparazione e il consumo si crea
lo spazio per questo progetto, quella relazione tra cibo e mobilità di
cui si parlava all’inizio. Non si tratta qui di trasporto puramente
funzionale del cibo, ma piuttosto di mettere in un unico contenitore
pieno di storie e significati il cibo che abbiamo preparato, il
contenitore con cui lo trasportiamo, il modo con cui lo presentiamo ai
nostri amici.
Un contenitore che può contenere diversi cibi. Un cibo che nasce
insieme al suo contenitore. Un cibo che al tempo stesso è il suo
contenitore. Tutte queste opzioni erano possibili e lasciate alla
sensibilità dei designer.
Il percorso creativo
Dopo quasi 7 mesi di
incontri, discussioni, presentazioni i progetti hanno finalmente preso
forma. Al centro dell’attenzione di tutti è il valore simbolico dello
scambio: preparare e portare del cibo a casa di amici per scambiare
emozioni e sentimenti.
Per avviare il progetto, ognuno ha percorso una strada diversa,
filmati, interviste, analisi di mercato, giochi di carte. Il risultato
è un sorprendente mix di dati oggettivi, stimoli e sensazioni. Da
questo colorato materiale si capisce che ognuno si è trovato con
piacere a cucinare e trasportare il proprio capolavoro culinario e
che, sempre e in ogni luogo del mondo, questo gesto si carica di
aspettative e di significati.
I designer hanno lavorato anche agli aspetti pratici del
progetto: contenere il cibo, mantenere caldo o freddo, spostare con
facilità e soprattutto mostrare il contenuto agli ospiti con un
effetto “WOW”! Esperti di comunicazione e designer di BMW
DesignworksUSA, BMW Italia e Fratelli Guzzini hanno assistito allo
sviluppo del percorso.
Il tema, apparentemente semplice, si è rivelato intrigante e
complesso: la risposta che tutti i giovani designer hanno cercato
ricalca i valori del mondo BMW: essenziale nello stile, ma ricco nei significati.
Gli altri 4 progetti
Giovanni Bartolozzi: FOODDER,
utilizzando un materiale, tecnologicamente avanzato rispetto al
settore alimentare, si favorisce la possibilità di trasportare,
facilmente e a temperature costanti, piatti fatti in casa, insieme ad
una serie di supporti in grado di dare un servizio completo.
Federico Maria Elli: Cookit, il
progetto, innovativo e originale rispetto a nuovi mercati alimentari,
trasferisce l’esperienza dei pacchetti di vacanza prepagati,
all’interno della cultura alimentare, declinando il tutto in un
prodotto, destinato alla grande distribuzione, dove ciascuno di noi,
diventa protagonista di un modo nuovo di invitare a cena.
Francesca Terzi: il progetto “DIMMI_plate
holder” interpreta coerentemente il tema della mobilità e del
cibo, attraverso un contenitore risolto tecnologicamente e con
materiali innovativi, dove le tradizioni dei piatti di casa vengono
rispettate, anche se trasferite altrove rispetto al luogo d’origine.
Michela Voglino: prendendo ispirazione dal classico
“bicchiere telescopico”, da campeggio, Babette si
propone un sistema di contenitori che con modularità, codici cromatici
e illustrativi diversi, interpreta e declina, in modo coerente,
piatti, cibi e riti alimentari, tutti facilmente trasportabili.
Il BMW Group
Il BMW Group è tra i produttori di automobili e motocicli di maggior
successo al mondo, con i marchi BMW, MINI e Rolls-Royce. Come azienda
globale, il BMW Group gestisce 28 stabilimenti di produzione e
montaggio in 13 paesi e ha una rete di vendita globale in oltre 140 paesi.
Nel 2012, il BMW Group ha venduto quasi 1,85 milioni di
automobili e oltre 117.000 motocicli nel mondo. L'utile al lordo delle
imposte per l'esercizio 2012 è stato di 7,82 miliardi di Euro con
ricavi pari a 76,85 miliardi di Euro. Al 31 dicembre 2012, il BMW
Group contava 105.876 dipendenti.
Il successo del BMW Group si fonda da sempre su una visione sul
lungo periodo e un’azione responsabile. Perciò, come parte integrante
della propria strategia, l'azienda ha istituito la sostenibilità
ecologica e sociale in tutta la catena di valore, la responsabilità
globale del prodotto e un chiaro impegno a preservare le risorse. Il
risultato di questi sforzi è che negli ultimi otto anni il BMW Group
figura come leader di settore negli indici di sostenibilità Dow Jones.
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